MANDRAGOLA!
La fine giustifica i mezzi.

Anno II - Numero 5
Aprile 2011


Noi, che abbiam fatto i chierichetti per passione e non per costrizione. Noi, che siam cresciuti all’oratorio perché ci piaceva e non perché non c’era altro da fare. Noi, che siamo puritani e moralisti perché crediamo nei valori alti della cultura – gridiamo: Abbasso il Bunga Bunga!!! Giornali, radio e televisione non fanno altro che parlare di starlette, escort e bagasce frequentate dal P********e del C*******o. A tutto questo noi diciamo basta e lanciamo il concorso: Viva la santità!!! Indovinate chi è il personaggio, l’attrice che lo interpreta e in quale film. Poi provate a contattarci: se ci riuscite, e se avete pure indovinato, può darsi che riceverete un buono sconto per un biglietto “posto in piedi” per uno dei nostri spettacoli in qualche teatro parrocchiale di provincia. Buona fortuna! Amen


FALSO ALLARME! Le Fregate Rosse smentiscono la rivendicazione. Non sono stati loro a rapire il Teatro. Cercavano di farsi pubblicità. “Il Teatro non ci interessa affatto e non siamo i soli”

Dalla redazione - A distanza di quasi un anno, ancora nessuno sviluppo sulla sparizione del Teatro. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sulle indagini, ma cominciano a circolare voci secondo cui il rapimento del Teatro non sarebbe un fatto recente, ma un avvenimento risalente a diversi anni fa e di cui solo adesso ci si sarebbe resi conto. Nel frattempo, è caduta la pista del rapimento per opera del gruppo anarchico delle Fregate Rosse, le quali, visto lo scarso interesse delle istituzioni e dell’opinione pubblica per le sorti del Teatro, hanno ammesso di essere estranee ai fatti e di aver solo cercato un po’ di visibilità. Di conseguenza, sono previsti nuovi interrogatori per la banda dei mimi, il cui avvocato ha però anticipato che si avvarranno della facoltà di non rispondere. In attesa di ulteriori sviluppi, ci uniamo al dolore di quanti (pochi…) vivono giorno dopo giorno lo strazio per una verità che tarda ad emergere, e rendiamo omaggio al Teatro ricordandolo così, con un simpatico gioco che vuole affettuosamente celebrare il ricordo dei giorni più allegri e spensierati del disfacimento. Guarda più sotto per scoprire di che si tratta!

Ambrogio Kowalsky


IL RITORNO DEI MAESTRI VIVENTI



PREMIO BELLAMERDRA

Il premio che tutti vogliono ma non tutti hanno

Giovani Artisti Morti (di Fame)

A questo giro, il PREMIO BELLAMERDRA va al Giovane Artista Morto Di Fame (è un nome di fantasia: l’artista in questione preferisce rimanere anonimo per non perdere quelle due/tre scritture che ancora gli permettono il lusso di un pasto al giorno). Il Morto Di Fame (diminutivo del nome di fantasia) ci ha a sua volta omaggiato di un suo breve toccante (scaramantico) e inedito testo: Lode alla crisi. Commossi, ringraziamo. «Meno male che c’è la crisi, meno male che ci sono stati i tagli, meno male che lavorano sempre e solo i grandi vecchi e meno male che a lamentarsi che si stava meglio quando si stava peggio son quelli che il peggio non l’hanno mai visto. Meno male che i direttori artistici dei teatri continuano ad essere i soliti noti, con le loro agende politiche, con le loro norme burocratiche e, se va bene, con qualche manifesto degli anni ottanta appeso in ufficio per certificare l’artisticità dei direttori stessi. Meno male che ci sono loro: così i teatri fanno cassetta coi personaggi della televisione; così gli attori ottuagenari possono ancora incantare il pubblico pari età; così il teatro si sgrava dall’ingombro della cultura e fa intrattenimento o propaganda, a seconda di quello che serve. Il tutto per un pubblico ignorante che quando non capisce nulla di ciò che vede, s’illude di aver toccato il vertice mistico dell’arte e allora può raccontarlo ad amici e parenti che a teatro non vanno. Meno male che il pubblico è ignorante: così va a teatro perché fa chic e perché fa anticonformista, perché non è la televisione e perché riempie coi personaggi televisivi, perché così aiuta la cultura e perché così rema contro l’appiattimento culturale, perché è arte e perché è intrattenimento. Meno male che il pubblico è ignorante perché non va a teatro per il semplice fatto che è teatro… Meno male che ci sono molte compagnie giovani che si riempiono la bocca di parole altisonanti come Arte, Poetica, Sociale, Avanguardia, Ricerca, e poi sono quanto di meglio l’improvvisazione può offrire. Meno male: così quei pochi finanziamenti che ci sono vanno dispersi in mille rivoli o agli amici degli amici; così aumentano la competenza dei direttori artistici e l’ignoranza del pubblico; così tutti si improvvisano artisti, formatori, ricercatori e si lamentano perché non ci sono abbastanza liquidi con cui innaffiare il proprio orticello. Nell’incompetenza generale è più facile credere a geni e profeti. Meno male che le nuove generazioni teatrali sono più ignoranti delle generazioni che le hanno precedute. Meno male, perché così non si rendono conto di quanto siano simili a quelle, le quali, più ignoranti dei direttori artistici, delle lobby, della burocrazia soffocante e del pubblico, a tutto questo si sono adeguate e ce lo hanno lasciato in eredità. Raro caso di trasmissione per contagio della sindrome di Diogene: di merda non ce n’è mai abbastanza». Giorgio Frigolo

Per rimanere in tema, assegniamo la Minzione SpecialeBravo! l’hai fatta fuori dal vaso – a quel simpatico direttore del Teatro XXXXX di Milano che dal 2008 a oggi non ci ha ancora versato il compenso per le repliche svolte. Siamo comprensivi, capiamo che c’è la crisi, che farsi negare al telefono è marketing e che qualche centinaio di euro non ci cambiano la vita. Però sappiamo anche che un conto è il palco, un conto è la quotidianità: i buffoni che saltano di qua e di là non ci fanno ridere, soprattutto se si divertono a giocare ai burattini coi nostri soldi.

Max Casagrande



Sulla scia del successo nazionale ed europeo di Woof!, continua la strip che piace a grandi e piccini, allieta le famiglie, tiene i giovani lontani dalla strada e dalle cattive compagnie, è fine e non impegna:
Marlon e Dolly. Storia d’amore tra un lupo al naturale e una pecora clonata.


RECINZIONI TEATRALI
A sto giro ce la tiriamo e piazziamo la recensione dedicata a Woof e apparsa nientemeno che su Hystrio...
Spettacolo segnalato in occasione dell’ultima edizione di Rigenerazione, rassegna dedicata alle nuove realtà dello spettacolo torinese e riproposto quest’anno all’interno del Festival Prospettiva 2, Woof! rivela un drammaturgo-interprete di sicuro talento. Faroni mescola con abilità stilemi da noir hollywoodiano – con ispettori in impermeabile tormentati e inclini a soddisfare le proprie umane fragilità – e dannati eroi da fumetto, allo stesso tempo cinicamente spietati e dolcemente romantici. L’attore è interprete sia dei monologhi dell’infelice poliziotto, incaricato di indagare su una serie di efferati delitti, sia dei deliri amorosi del Lupo, ragazzo di periferia che intona all’innamorata Pecorella le sue serenate di freak dai capelli scolpiti in una cresta aguzza e la mazza da baseball stretta fra le mani. Lupo attende paziente sotto la finestra dell’amata, rivolgendole accorate dichiarazioni e descrivendole quel disagio che lo conduce a vagabondare senza requie per la città e a spaccare teste. Una realtà metropolitana in cui, sulle tracce dell’assassino, si immerge anche l’ispettore, fino a lasciarsi trascinare nei suoi attraenti ma pericolosissimi buchi neri. Una trama nera e disperata, dunque, senza troppe concessioni alla speranza e, nondimeno, illuminata da una drammaturgia composita e stratificata, poetica e ironica, sarcastica e visionaria. Faroni, da una parte drammaturgo efficace e immaginoso, dall’altra parte interprete poliedrico e capace di impiantare una personalità accentuata in una solida preparazione tecnica, celando appena un sogghigno arguto, costringe lo spettatore a confrontarsi con le proprie – più o meno innocenti – ossessioni.
Laura Bevione


Chi ha detto che il teatro non è intrattenimento? Scopri le sette piccole differenze!

Teatro alla Scala


Cinema Teatro Topo Nero


La rivista è realizzata senza alcuno sforzo intellettivo dagli amici immaginari e reali dei Blusclint. Potremmo chiudere con qualche bella frase ad effetto, ma proprio non ci va.
Alla prossima!